Su Libere Recensioni, commento di Laura Soletti

Agli utenti del web, che – è capitato anche a me – nel condividere immagini di civili colpiti dalla guerra in Siria o in fuga dalla Siria, soprattutto bambini, si illudono di denunciare l’atrocità di una guerra che, mentre a livello internazionale continua nella più totale indifferenza, nel piccolo mondo di tutti noi che viviamo al sicuro si esaurisce con la commozione appagante di un post, vorrei segnalare l’ultimo libro di Alessandra Altamura, “Siamo gli eroi del circo”, per le Edizioni Il Foglio (il libro presto uscirà anche con la traduzione in arabo e in inglese).

La storia, narrata in prima persona dal protagonista Talal, diciannovenne siriano di Aleppo, profugo in Turchia con la famiglia dopo lo scoppio della guerra, si potrebbe considerare una storia d’amore e morte, non nel senso romantico convenzionale: la morte, portata ad Aleppo dalla guerra e sempre incombente non solo per le bombe che arrivano improvvise dal cielo, stravolge la vita di Talal e impedisce, forse per sempre, la realizzazione del suo sogno di vivere con Anush, ragazza armena vicina di casa del ragazzo, cresciuta con lui e della quale si è innamorato nonostante la differenza religiosa.

I due personaggi sono “inventati”, tuttavia – così come avveniva attraverso i tre protagonisti di “Viaggio in bianco e nero”, rispetto ai paesi di provenienza dei cosiddetti migranti economici – tramite loro il lettore riesce a “vedere” profondamente, assai più profondamente che attraverso un’immagine, la realtà della Siria o meglio della cultura siriana in preda alla guerra. Non è un caso che “Viaggio in bianco e nero”, libro che è stato anche presentato al Premio Strega, sia stato segnalato, nell’aprile 2016, sul Trimestrale di Amnesty International. A conferma del fatto che Alessandra Altamura non scrive se non di ciò che in qualche modo ha concretamente conosciuto, l’immagine di copertina di quel libro era una delle tante foto scattate da lei stessa nei viaggi fatti per “trovare” gli elementi concreti e reali con cui “inventare” i suoi personaggi e le loro storie.

Data la situazione, per Alessandra è stato impossibile andare in Siria, ma non si è scoraggiata: almeno al suo confine, è andata, in Turchia, a Mardin, oltre le cui montagne c’è Aleppo. Così è nato “Siamo gli eroi del circo”, scritta sulla maglietta dei ragazzi che, a Mardin, l’associazione “Her yerde Sanat” cerca di aiutare a superare il trauma della guerra attraverso l’attività circense: “meraviglioso esempio di circo sociale – scrive Alessandra nel ringraziare l’associazione – attraverso il quale…si realizza, nella convivenza tra ragazzi turchi e curdi, profughi siriani e iracheni, il miracolo dell’educazione, unica speranza per un mondo di pace”.

L’immagine di copertina del libro “We are the circus heroes”, che esprime con immediatezza il contrasto fra l’allegria del circo e la brutalità della guerra, è stata regalata all’autrice dall’artista siriano Zolfaqar Shaarani.

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